Tutto il misticismo della scienza runica di Wuotan viene raccontato nell’eddico “Carme dell’Altissimo” che descrive la morte sacrificale di Wuotan, e che ci ricorda il mistero del Golgotha in più di un aspetto. All’inizio il racconto presenta lo stesso Wotan che parla, dopo di che lo scaldo, che ha scritto il racconto, diventa il narratore termina la canzone. La canzone così inizia:
Io so che da un albero al vento pendetti,
per nove notti intere, ferito da una lancia e immolato a Odino,
io stesso a me stesso
su quell’albero che nessuno sa
da quali radici nasca.
Pane nessuno mi dette, né corno per bere;
io giù guardai:
raccolsi le rune, dolorante le presi:
e giù caddi di là.