Abbiamo attraversato ed oltrepassato Horn, senza soste, svoltando a destra abbiamo raggiunto le periferie della cittadina e poi, dopo altre cinquecento iarde, abbiamo svoltato alla nostra sinistra, e abbiamo seguito una bella strada asfaltata costeggiata da alberi e prati oltre i quali si possono ammirare altri alberi ancora — la stessa, infinita Foresta di Teutoburgo nelle vesti d’autunno, che non potevo mai stancarmi di ammirare. Ho guardato a destra e a sinistra, e dritto davanti a me, senza dire una sola parola. Osservavo il calare della sera sulle foglie rosso fuoco e gialle e marroni pronte a cadere, pensando alle aquile imprigionate e alla Germania in schiavitù, e bramando il Giorno della Vendetta — “der Tag der Rache” — come ho fatto costantemente, in effetti, per gli ultimi otto anni e mezzo.