Metafisicamente ed esotericamente non vi è che Un Elemento nella Natura ed alla sua radice è la Divinità; ed i cosiddetti sette Elementi, dei quali cinque sono già manifestati ed hanno affermato la loro esistenza, sono il vestimento, il velo, di quella Divinità, dalla cui essenza l’Uomo proviene direttamente, che lo si consideri dal punto di vista fisico, psichico, mentale o spirituale. Nell’antichità più recente si parla generalmente solo di quattro Elementi, mentre la filosofia ne ammette solo cinque; poiché il complesso dell’Etere non è ancora interamente manifestato ed il suo noumeno è tuttora “l’Onnipotente Padre Aether”, la sintesi degli altri elementi. Ma che cosa sono questi Elementi,i cui corpi composti, secondo le recenti scoperte della Chimica e della Fisica, contengono innumerevoli sub-elementi, dei quali i sessanta o settanta conosciuti non bastano più ad abbracciare l’intero numero che si sospetta? Seguiamo la loro evoluzione almeno dall’inizio storico.
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Molto poco si conosce su questa setta eretica del XII secolo, che arrivò però ad esercitare un influsso decisivo nella zona di Languedoc, la Francia meridionale di oggi, in Aragona, in Italia del Nord, in Germania e, perfino, in Inghilterra. Si può supporre probabilmente che se essa non fosse stata distrutta dalla crociata contro gli Albigesi, e dall’Inquisizione; la storia della Spagna e, quindi, anche del Sudamerica, sarebbe stata molto diversa. La fortezza di Montségur fu il tempio sacro e solare dei Catari nei Pirenei. In tutta la zona esisteva una sorta di rete di posti sacri e di caverne dove si conferiva l’iniziazione. Tra cui quella del Consolamentum, una specie di secondo battesimo, o seconda nascita, ebbe una cerimonia esoterica, il cui significato non si conosce, di nome Manisola. Si suppone che essa derivi da Mani, il fondatore del manicheismo.
Tutto il misticismo della scienza runica di Wuotan viene raccontato nell’eddico “Carme dell’Altissimo” che descrive la morte sacrificale di Wuotan, e che ci ricorda il mistero del Golgotha in più di un aspetto. All’inizio il racconto presenta lo stesso Wotan che parla, dopo di che lo scaldo, che ha scritto il racconto, diventa il narratore termina la canzone. La canzone così inizia:
La vita di H.P.B., come essa preferiva chiamarsi, fu quanto mai avventurosa. Finora furono pubblicate varie sue biografie nelle quali però si riscontravano lacune e contraddizioni anche perché essa non volle, per ragioni a lei note, rivelare i suoi rapporti con i Maestri occulti con i quali si era incontrata in varie parti del mondo e le vicende nelle quali fu implicata nello svolgimento delle missioni che le furono affidate. Comunque negli Archivi della S. T. di Adyar esiste il suo passaporto il quale documenta, anche se parzialmente, le date ed i paesi da lei visitati, inoltre sono state raccolte varie reminiscenze di persone le quali ebbero l’opportunità d’incontrarla nei diversi periodi della sua esistenza. Da tutti questi elementi si può ricostruire la biografia della “Sfinge del XIX Secolo”, come fu definita a suo tempo, da un giornalista americano.