ORNOLAC, NEL PAESE DI FOIX
La valle del Sabarthès, dove mi sono installato per il momento, è stretta, d’aspetto assai romantico, circondata da alte falesie di calcare fra le quali si aprono la via le acque selvagge dell’Ariège. Questo fiume scende dalla regione del colle di Puymorens – colle molto battuto, all’altezza del quale la strada proveniente da Tolosa si biforca verso l’Andorra e verso la Catalogna e si precipita nella vallata, saltando le rocce, formando in alcuni punti magnifiche cascate, in una trasparenza di cristallo. L’Ariège raggiunge così Ax-les-Thermes, l’antica stazione termale di cui già i Romani apprezzavano le acque sulfuree. Nel Medio Evo i crociati che rientravano dalla Palestina venivano a rinfrancarvi le membra smagrite da tante privazioni, sperando anche di guarirvi dalla lebbra. Accanto alla felicità eterna promessa dalla Chiesa, la cura della loro salute e il desiderio di vivere il più a lungo possibile non parevano loro completamente trascurabili…
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Ho visto uscire dal porto un grande peschereccio diretto in Africa. C’erano molti Inglesi a bordo. Mi hanno detto qui che il clima della costa mediterranea francese non era più tanto dolce né tanto regolare come un tempo, e che le spiagge dell’Africa del Nord attiravano ora i turisti più di quelle del Rossiglione. Questo porto, situato ai piedi dei Pirenei orientali, è subentrato ad un insediamento antichissimo. Già i Fenici, che sfruttavano delle miniere d’oro nella montagna, vi avevano fondato un importante deposito. I Greci posero fine al loro dominio e li scacciarono dalla contrada… la città si chiamava un tempo Portus Veneris: “Il porto di Venere”. Io penso che siano esistiti, in tempi assai remoti, uomini simili ai Vichinghi che osarono avventurarsi sui mari.