Port-Vendres
Ho visto uscire dal porto un grande peschereccio diretto in Africa. C’erano molti Inglesi a bordo. Mi hanno detto qui che il clima della costa mediterranea francese non era più tanto dolce né tanto regolare come un tempo, e che le spiagge dell’Africa del Nord attiravano ora i turisti più di quelle del Rossiglione. Questo porto, situato ai piedi dei Pirenei orientali, è subentrato ad un insediamento antichissimo. Già i Fenici, che sfruttavano delle miniere d’oro nella montagna, vi avevano fondato un importante deposito. I Greci posero fine al loro dominio e li scacciarono dalla contrada… la città si chiamava un tempo Portus Veneris: “Il porto di Venere”. Io penso che siano esistiti, in tempi assai remoti, uomini simili ai Vichinghi che osarono avventurarsi sui mari.
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Prima di iniziare ad esporre gli argomenti e le teorie di quelli che credono nella “Terra Cava”, è importante chiarire che in tutto questo vedo unicamente la ripetizione o “reincarnazione” di un’idea antichissima espressa in tutti i miti e le leggende più importanti dell’umanità, come andremo comprendendo e comprovando nel corso di questo lavoro. Gli “argomenti scientifici” che in seguito si riproducono non hanno maggiore importanza, anche quando sia di interesse darli a conoscere alla stregua di curiosità o di stravaganze. La verità di tutto questo la vedo nell’incarnazione di un Archetipo, considerato più nel senso platonico che in quello junghiano, in cui si sarebbe passato a “psicologizzare” qualcosa di provenienza abbastanza più strana e più “autonoma”. Come diretti e spinti da una forza irresistibile i miti prendono sempre la direzione “iperborea”, per così dire, si dirigono verso i poli e la resurrezione lì o ringiovanimento “apollineo” dell’Eroe solare. La “resurrezione” di Hitler prende nuovamente questa direzione polare e sotterranea. 
Tutto il misticismo della scienza runica di Wuotan viene raccontato nell’eddico “Carme dell’Altissimo” che descrive la morte sacrificale di Wuotan, e che ci ricorda il mistero del Golgotha in più di un aspetto. All’inizio il racconto presenta lo stesso Wotan che parla, dopo di che lo scaldo, che ha scritto il racconto, diventa il narratore termina la canzone. La canzone così inizia:
La vita di H.P.B., come essa preferiva chiamarsi, fu quanto mai avventurosa. Finora furono pubblicate varie sue biografie nelle quali però si riscontravano lacune e contraddizioni anche perché essa non volle, per ragioni a lei note, rivelare i suoi rapporti con i Maestri occulti con i quali si era incontrata in varie parti del mondo e le vicende nelle quali fu implicata nello svolgimento delle missioni che le furono affidate. Comunque negli Archivi della S. T. di Adyar esiste il suo passaporto il quale documenta, anche se parzialmente, le date ed i paesi da lei visitati, inoltre sono state raccolte varie reminiscenze di persone le quali ebbero l’opportunità d’incontrarla nei diversi periodi della sua esistenza. Da tutti questi elementi si può ricostruire la biografia della “Sfinge del XIX Secolo”, come fu definita a suo tempo, da un giornalista americano.