Abbiamo appena alluso ai “Cavalieri della Tavola Rotonda“; non sarà fuori luogo accennare qui al significato della “cerca del Graal“ che, nelle leggende di origine celtica, è presentata come loro funzione principale; si fa così allusione, in tutte le tradizioni, a qualcosa che, a partire da una certa epoca, sarebbe andato perduto o nascosto: il Soma degli Indù, per esempio, o lo Haoma dei Persiani, la “bevanda d’immortalità“ che ha appunto un rapporto molto diretto col Graal poiché questo, si dice, è il vaso sacro che contiene il sangue di Cristo, anch’esso “bevanda d’immortalità”. Altrove, il simbolismo è diverso: così, presso gli Ebrei, ciò che è andato perduto è la pronuncia del gran Nome divino; ma l’idea fondamentale è sempre la stessa e vedremo poi a che cosa corrisponde esattamente.
Il cordone dorato – La terra cava secondo Miguel Serrano
Prima di iniziare ad esporre gli argomenti e le teorie di quelli che credono nella “Terra Cava”, è importante chiarire che in tutto questo vedo unicamente la ripetizione o “reincarnazione” di un’idea antichissima espressa in tutti i miti e le leggende più importanti dell’umanità, come andremo comprendendo e comprovando nel corso di questo lavoro. Gli “argomenti scientifici” che in seguito si riproducono non hanno maggiore importanza, anche quando sia di interesse darli a conoscere alla stregua di curiosità o di stravaganze. La verità di tutto questo la vedo nell’incarnazione di un Archetipo, considerato più nel senso platonico che in quello junghiano, in cui si sarebbe passato a “psicologizzare” qualcosa di provenienza abbastanza più strana e più “autonoma”. Come diretti e spinti da una forza irresistibile i miti prendono sempre la direzione “iperborea”, per così dire, si dirigono verso i poli e la resurrezione lì o ringiovanimento “apollineo” dell’Eroe solare. La “resurrezione” di Hitler prende nuovamente questa direzione polare e sotterranea.
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I segreti dell’Atlantide – Comunità antidiluviane
Uno Stato di cui l’O.N.U. ignora l’esistenza
L’autore tedesco K. K. Doberer, nel suo libro I creatori d’oro, dice: “Le sagge popolazioni dell’Atlantide intravidero una possibilità di sfuggire al pericolo emigrando attraverso il Mediterraneo, in direzione est, nelle immense terre asiatiche e nel Tibet, dove fondarono delle colonie”. Ecco un’ipotesi curiosa e forse vicina alla verità. I grandi sacerdoti e i principi della “Buona Legge”, probabilmente fuggirono per via d’aria, lontano dal pericolo, verso una terra remota, con i frutti della loro civiltà e le loro cognizioni tecniche. Installatisi in una piccola comunità completamente isolata, avrebbero potuto sviluppare la loro scienza e portarla ad altezze quali i nostri accademici neppure s’immaginano. In appoggio a questa teoria, apparentemente fantastica, ci sono numerose testimonianze.
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Breve biografia con intervista di Miguel Serrano
Breve Biografia di Miguel Serrano
Miguel Serrano, nato a Santiago del Cile ( 10 settembre 1917 – 28 febbraio 2009 ) è stato un ambasciatore, diplomatico, filosofo, scrittore e mistico cileno. Miguel Serrano è il fondatore di quello che viene definito “hitlerismo esoterico”, un nuovo credo religioso che secondo l’autore permetterebbe a chi se ne fa seguace di trasformarsi da essere umano in eroe semi divino. Questa dottrina trova la sua prima esposizione ne “Il cordone dorato – Hitlerismo Esoterico”, un’opera composita che riunisce in sé influenze eterogenee di natura mistica, esoterica e mitologica, producendo tuttavia un amalgama logico ben strutturato e coerente al suo interno, non una mera giustapposizione acritica di idee “mitopoietiche” di diversa ispirazione.
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Il segreto delle Rune di Guido von List
Tutto il misticismo della scienza runica di Wuotan viene raccontato nell’eddico “Carme dell’Altissimo” che descrive la morte sacrificale di Wuotan, e che ci ricorda il mistero del Golgotha in più di un aspetto. All’inizio il racconto presenta lo stesso Wotan che parla, dopo di che lo scaldo, che ha scritto il racconto, diventa il narratore termina la canzone. La canzone così inizia:
Io so che da un albero al vento pendetti,
per nove notti intere, ferito da una lancia e immolato a Odino,
io stesso a me stesso
su quell’albero che nessuno sa
da quali radici nasca.
Pane nessuno mi dette, né corno per bere;
io giù guardai:
raccolsi le rune, dolorante le presi:
e giù caddi di là.