Prima di iniziare ad esporre gli argomenti e le teorie di quelli che credono nella “Terra Cava”, è importante chiarire che in tutto questo vedo unicamente la ripetizione o “reincarnazione” di un’idea antichissima espressa in tutti i miti e le leggende più importanti dell’umanità, come andremo comprendendo e comprovando nel corso di questo lavoro. Gli “argomenti scientifici” che in seguito si riproducono non hanno maggiore importanza, anche quando sia di interesse darli a conoscere alla stregua di curiosità o di stravaganze. La verità di tutto questo la vedo nell’incarnazione di un Archetipo, considerato più nel senso platonico che in quello junghiano, in cui si sarebbe passato a “psicologizzare” qualcosa di provenienza abbastanza più strana e più “autonoma”. Come diretti e spinti da una forza irresistibile i miti prendono sempre la direzione “iperborea”, per così dire, si dirigono verso i poli e la resurrezione lì o ringiovanimento “apollineo” dell’Eroe solare. La “resurrezione” di Hitler prende nuovamente questa direzione polare e sotterranea.
Le “oasi” antartiche passano a incarnare l’Archetipo del Mandala e anche di un Centro di Totalità Ideale, di Divinità, di “Calore nel mezzo dei ghiacci”. Un centro inubicabile. Gli UFO compiono o incarnano la stessa verità.
Questo libro s’incentra sul tema di questa ambiguità suprema proiettata dalla Legge Ermetica: “Ciò che è in alto è in basso, quello che è dentro è fuori”. In questo modo tutto sarà possibile, dovendo incarnarsi l’Archetipo, il Simbolo, “nei più alti cieli come nei più profondi inferni”. “Perché un albero raggiunga con la sua chioma il cielo dovrà arrivare con le sue radici all’inferno”, diceva Nietzsche.
Così, qualunque cosa è possibile, perché l’archetipo si ripete in tutta la creazione, si riproduce, rivestendosi di materia. A priori, niente può essere negato, neppure la possibilità reale della “Terra Cava”, né la sopravvivenza materiale di Hitler, né gli UFO. Perché sono verità Archetipiche.
È in questo senso che dovranno comprendersi la maggior parte delle credenze e dottrine che si riproducono in questo lavoro, in uno spirito di alto simbolismo, dentro la dualità inevitabile delle rarefatte sfere Archetipiche, da cui emana il loro irresistibile potere plasmante, la loro forza di possessione e di realizzazione terrestre. La loro Volontà di Potenza, la loro Magia, il loro Significato.
Nello stesso anno in cui io viaggiavo nell’Antartide in cerca dell’entrata segreta alla terra interiore, l’Ammiraglio nordamericano Richard Byrd andava al Polo Nord. E questa volta dovrà intendersi veramente Polo Nord, e “per la prima volta”. Perché nessuno ha raggiunto certamente i poli, che non sono un punto geografico preciso sulla terra esterna, perché non si trovano fuori, ma dentro.
La terra è tesa nelle sue due estremità e si curva all’interno, in modo che se qualcuno sorpassa gli 83 gradi di latitudine, al nord o al sud, senza saperlo, si troverà all’interno del pianeta. La forza di gravità si trova al centro della crosta terrestre, che ha uno spessore di 800 miglia, ma oltre c’è l’aria, il vuoto interiore della terra. La crosta, nel suo rovescio, conterrebbe continenti e mari, boschi, montagne, fiumi, abitati da una razza superiore, che entrò lì in tempi remoti e che saranno gli iperborei della leggenda. La loro civiltà è molto più avanzata di quella della superficie e alcune delle loro guide mantengono il contatto con pochi di quelli di “qui”.
Lì si troverebbero dunque Agartha e Shamballah sommerse (Agartha significa “inaccessibile” in sanscrito), delle quali parlano i tibetani e i mongoli come sedi del Re del Mondo, del “Regno del Prete Gianni” ed anche l’Oriente simbolico dei Templari e degli autentici rosacroce. Là sarebbero andati i dirigenti sconosciuti di entrambi questi Ordini, così come quelli dell’organizzazione dell’hitlerismo esoterico. Da lì Hitler riceverebbe le istruzioni. Forse fu questo il “paradiso terreno inespugnabile”, al quale si riferì l’ammiraglio Doenitz. Ai suoi sottomarini avevano permesso di entrare, navigando sotto la grande barriera dei ghiacci polari o attraverso passaggi segreti, riscoperti (lì entra ed esce il Caleuche dell’Antartide, la nave fantasma, il Wafeln dell’Artico). Da lì, in tempi remoti, furono espulsi gli zingari e gli eschimesi. Gli eschimesi cantano ancora oggi: “Sono grandi, sono terribili gli uomini dell’interno”. Di tanto in tanto si smarriscono i mammut e sono trovati poi là “fuori”. E lì sorgono gli iceberg di acqua dolce nei fiumi della terra interna.
Il clima dentro è moderato, proprio come fu quello della terra esterna, prima dello spostamento assiale e del mutamento dei poli. Vale a dire, ancora esiste lì l’Età dell’Oro, Solare. Nel centro della cavità interna c’è un sole, che è più piccolo dell’esterno. Poiché la forza di gravità è minore dentro, la statura sarà gigantesca e la longevità enorme. Hitler vive ancora, ringiovanito. Chi arriva là avrà l’impressione di essere caduto nell’eternità, “in un continente incantato, nel cielo”.
Il mio Maestro diceva che nelle profondità, là dove si trovava il Tempio dell’Ordine, esisteva un’illuminazione permanente, mediante una luce bianca a noi sconosciuta, e che non si trattava, tuttavia, di elettricità.
I primi a scrivere sulla Terra Cava, nei nostri tempi, alla fine dello scorso secolo e l’inizio del presente, sono stati i nordamericani. Anche un nonno di Darwin, Erasmo Darwin, nel suo strano libro II Segreto Dorato. La sua realtà era nota agli antichi. Nelle dottrine segrete dei Druidi ci si riferiva ad essa come alla terra interiore, dove sparirono le Guide degli Iperborei. “Il Purgatorio di San Patrizio” in Irlanda è una reminiscenza celtica dell’esoterismo druidico. Il viaggio di Pitea di Massalia (Marsiglia), 500 anni prima della nostra Era, sarebbe stato diretto a trovare l’Ultima Thule, della cui sparizione i greci sapevano.
È un viaggio segreto, come il mio in Antartide, intrapreso 2500 anni dopo. Anche i Templari conoscevano il segreto della Terra Cava e lo svelavano nel loro Cerchio Ermetico.