Centro splenico o plesso sacro ( Svadhishthana )
Il centro splenico ha sei raggi, e perciò ha lo stesso numero di petali o ondulazioni. Il suo aspetto è particolarmente radiante e risplendente come un sole.
Questo centro è unico, nel senso che possiede l’importante funzione di assorbire i globuli di vitalità dall’atmosfera, di disintegrarli nei singoli atomi che li compongono (atomi carichi di prana specializzato), e di distribuire tali atomi nelle diverse parti del corpo fisico.
I globuli di vitalità penetrano da prima nel centro splenico, dove vengono disgregati nei sette atomi componenti, ciascuno dei quali è carico di una delle sette varietà di prana; questi atomi vengono allora captati dalle forze secondarie in rotazione ed avvolti intorno al chakram.
Le sette diverse qualità di prana hanno i seguenti colori: violetto, turchino, verde, giallo, arancione, rosso cupo e rosso rosato.
Si osserverà che le divisioni non sono esattamente quelle abituali dello spettro solare, ma ricordano piuttosto le combinazioni di colori a livelli più elevati nei corpi causale, mentale ed astrale. L’indaco dello spettro solare è diviso tra il raggio violetto e quello turchino del prana, mentre il rosso dello spettro è separato nel prana rosso cupo ed in quello rosso rosato.
Ognuno dei sei raggi s’impossessa allora di una delle varietà di atomi e li invia a quel chakram o parte del corpo che ne ha bisogno. Ciò avviene però soltanto per sei qualità di atomi: il settimo, o atomo rosso rosato, viene mandato attraverso il mozzo o centro del chakram splenico stesso, donde viene distribuito a tutto il sistema nervoso. Gli atomi di color rosso rosato sono gli atomi ultimi, che in un primo tempo si aggregarono gli altri sei per formare il globulo.
Questi atomi portatori di prana rosato costituiscono certamente la vita del sistema nervoso, ed è precisamente questa la qualità di prana che un uomo può riversare in un altro uomo. Se i nervi non ricevono una quantità sufficiente di questo prana rosato, diventano ipersensibili ed estremamente irritabili; il paziente è in preda ad agitazione, ed il minimo rumore, il minimo contatto diventano per lui un supplizio. Ma basta che il prana specializzato da una persona ben costituita venga ad inondare i suoi nervi, perché egli ne risenta un immediato sollievo.
Sebbene esistano sette diverse specie di prana, non vi sono tuttavia che cinque principali correnti, così come sono descritte in alcuni libri indù, perché – dopo la loro nascita dal chakram splenico – il turchino ed il violetto si fondono in una sola corrente, mentre l’arancione ed il rosso cupo si fondono in un’altra. Queste correnti escono dal centro selenico in senso orizzontale.
I colori delle correnti e le loro destinazioni sono disposte cosi:
Nr. | CORRENTE | DESTINAZIONE |
---|---|---|
1 | Violetto-turchino | Centro della gola |
2 | Verde | Centro dell’ombelico e addome in generale |
3 | Giallo | Centro cardiaco |
4 | Rosso arancione cupo(con violetto scuro) | Centro della base della spina dorsale |
5 | Rosso rosato | Sistema nervoso |
Dopo che tutte le diverse specie di atomi portatori di prana sono state distribuite nelle parti che ne avevano bisogno, la loro carica di prana è ritirata, precisamente come se s’interrompesse una corrente elettrica. Il prana vitalizza il doppio eterico, e mediante questo il corpo denso; la salute delle diverse regioni del corpo dipende in gran parte dal volume di prana distribuito. L’influenza di questo fatto sulla conservazione del vigore fisico, e sulle guarigioni, è certamente di grande importanza, come sarà più completamente mostrato nei capitoli sulle guarigioni e sul mesmerismo.
Gli atomi apportatori di prana rosa, nel loro avanzare lungo i nervi, impallidiscono gradatamente e si separano dal loro contenuto pranico; finiscono poi per essere espulsi dal corpo, attraverso i pori o in altro modo, e formano così quello che si chiama l’Aura di Salute, emanazione bianco bluastra, che è riprodotta nell’opera L’Uomo visibile ed invisibile.
In un uomo di salute vigorosa la milza funziona così attivamente che il numero delle particelle cariche di prana è molto superiore ai bisogni personali dell’individuo. Le particelle non utilizzate vengono espulse in tutte le direzioni dall’Aura di Salute, insieme alle particelle da cui è stato estratto il prana. Un uomo vigoroso costituisce quindi una sorgente di forza e di salute per quelli che lo avvicinano; egli costantemente, pur senza averne coscienza, riversa loro la sua vitalità. Questo procedimento può essere intensificato dalle persone che si dedicano metodicamente alla guarigione di altri, sia con passi mesmerici, sia in altri modi, come esporremo dettagliatamente in un capitolo successivo.
È del pari noto che con le particelle più sopra menzionate vengono pure continuamente espulse dal corpo umano particelle di materia fisica densa, mediante la traspirazione o in altri modi. Un chiaroveggente le vede come una lieve nube grigiastra. Molte particelle sono di forma cristallina, e per conseguenza appaiono come figure geometriche; una delle più comuni è quella del cloruro di sodio, o sale comune, che prende la forma di cubi.
Per contro, una persona che per qualsiasi ragione sia incapace di assimilare la quantità di prima occorrente a sé stessa, diviene spesso inconsciamente una specie di spugna; il suo elementale fisico aspira vitalità da ogni persona sensibile che si trovi in sua vicinanza, con suo temporaneo vantaggio, ma spesso con grave danno della vittima. Questo fenomeno spiega in gran parte le sensazioni di spossamento e di languore che si provano in prossimità di persone di temperamento debole, le quali posseggono questa fastidiosa e vampirica facoltà di sottrarre l’altrui vitalità. Lo stesso fatto sovente si verifica, in forme più gravi, durante le sedute spiritiche.
Il regno vegetale assorbe anch’esso della vitalità, ma pare che ne utilizzi soltanto una minima parte. Molti alberi, specialmente il pino e l’eucalipto, estraggono da questi globuli quasi tutti gli stessi principi che ne estrae il corpo eterico umano, e rigettano tutti gli atomi superflui, carichi di prana rosa, di cui essi non hanno bisogno. Perciò l’esistenza di tali alberi in prossimità delle abitazioni riesce molto salutare perle persone che soffrono di esaurimento nervoso.
L’aura di salute, formata dalle particelle espulse dal corpo, ha l’importante funzione di proteggere l’uomo dagli attacchi dei germi delle malattie. In condizione di perfetta salute queste particelle sono respinte attraverso i pori in linea retta, normalmente alla superficie del corpo, e dannò così all’aura di salute un aspetto striato. Finché le linee rimangono dritte e rigide, sembra che il corpo resti quasi completamente al riparo dalle cattive influenze fisiche, come i germi delle malattie, perché questi vengono respinti e trascinati dalla corrente centrifuga della forza pranica. Ma se la debolezza, le fatiche estenuanti, una ferita, lo scoraggiamento o gli eccessi di una vita sregolata hanno reso necessario che un volume considerevole di prana vada a riparare la dilapidazione e le lesioni fisiche, e se di conseguenza la quantità emessa risenta una notevole diminuzione, i raggi dell’aura di salute s’indeboliscono ed i germi nocivi possono facilmente aprirsi un passaggio.
Nel libro La scienza della respirazione, tradotto da Rama Prasad, è detto che la distanza naturale esistente tra la superficie del corpo e la periferia dell’aureola di prana, è di dieci “dita” durante la inspirazione e di dodici durante la espirazione. Altre volte tale distanza fu data come appresso: mangiando e parlando 18; camminando 24; correndo 42; nella coabitazione 65; dormendo 100. Viene assicurato che la distanza diminuisce quando l’uomo domina il desiderio, quando acquista gli 8 siddhi, ecc. Sembra probabile, ma senza certezza, che l’aureola così menzionata sia l’aura di salute. Il termine dita significa qui, secondo il metodo usato in India, non la lunghezza del dito, ma la sua larghezza.
La materia eterica ed il prana sono sensibilissimi all’azione del pensiero umano. È possibile quindi proteggersi efficacemente dalle sopra menzionate influenze nocive, arrestando – con uno sforzo di volontà – la radiazione di vitalità al limite esterno dell’aura di salute, in modo da trasformare quest’aura in un muro o guscio impenetrabile ai germi nocivi e da impedire nello stesso tempo ogni sottrazione di vitalità da parte di un vicino disposto al vampirismo.
Un piccolo sforzo addizionale basterà per costituire un tegumento impenetrabile alle influenze astrali o mentali.La questione dei gusci eterici è così importante, che sarà necessario occuparcene in seguito più largamente di quanto non possiamo fare in questa parte, che è dedicata allo studio dell’aura di salute.
Lo sviluppo del centro splenico permette all’uomo di ricordarsi dei suoi spostamenti astrali, sebbene talvolta ciò avvenga in modo incompleto; la facoltà associata al corrispondente centro astrale è quella di viaggiare coscientemente nel corpo astrale. Quei vaghi ricordi, che molti di noi conserviamo, di avere deliziosamente attraversato in volo lo spazio, sono spesso causati da una leggera o accidentale eccitazione del chakram splenico.
Diciamo infine, di sfuggita, che il centro astrale corrispondente alla milza ha anch’esso la funzione di vitalizzare l’intero corpo astrale.
Centro della base della spina dorsale ( Muladhara )
Il primo centro, o chakram, situato alla base della spina dorsale, possiede una forza primaria che presenta quattro raggi, per cui appare come diviso in quarti di cerchio, separati da incavature che formano quasi una croce ; il simbolo della croce viene frequentemente usato per rappresentare questo centro.
Quando ha sviluppata la sua attività, questo centro appare di un rosso-arancione vivo, strettamente corrispondente alla corrente di vitalità (rosso-arancione cupo) inviatagli dal centrò splenico. Aggiungiamo che esiste sempre tale corrispondenza fra il colore della corrente di vitalità che s’incanala in un centro ed il colore del centro medesimo.
Oltre all’arancione ed alle tinte più oscure di rosso, questo centro riceve una corrente di vitalità color porpora oscuro, come se lo spettro si riflettesse in cerchio’ ed i colori ricominciassero ad una ottava inferiore.
Da questo centro il raggio rosso-arancione passa agli organi genitali ed apporta energia alla natura sessuale; sembra inoltre eh’esso penetri nel sangue e mantenga il calore del corpo.
Resistendo con tenacia agli impulsi della natura inferiore, si può ottenere un effetto molto notevole ed importante. Con sforzi prolungati ed energici, il paggio rosso arancione può essere deviato e diretto in alto verso il cervello, dove i suoi tre elementi subiscono una profonda modificazione.
L’arancione si muta in giallo puro ed intensifica le qualità intellettuali; il rosso cupo diviene cremisi e rafforza l’affettuosità disinteressata; il porpora oscuro viene tramutato in un bel violetto pallido e rende attivo il lato spirituale della nostra natura.
Kundalini, il fuoco-serpentino, ha la sua sede alla base del centro della spina dorsale. Di esso parleremo in un successivo capitolo. Per il momento ci limitiamo ad osservare che un uomo il quale abbia realizzata l’anzidetta deviazione, sarà liberato dei desideri sensuali; quando il risveglio del fuoco-serpentino sarà per lui divenuto necessario, gli saranno evitati i più gravi pericoli che si accompagnano a questo risveglio. Quando la trasformazione diviene completa e definitiva, il rosso-arancione passa direttamente nel centro situato alla base della spina dorsale, poi si eleva nella cavità della colonna vertebrale e raggiunge il cervello.
Una croce fiammante viene qualche volta usata per rappresentare il fuoco-serpentino, che risiede alla base della spina dorsale.
Centro ombelicale o plesso solare ( Manipura )
Il secondo centro, situato presso l’ombelico o plesso solare, riceve una forza primaria che irradia in dieci direzioni, per cui presenta dieci ondulazioni o petali.
Il suo colore predominante è costituito da una curiosa mescolanza di più tonalità di rosso, che contiene però una buona quantità di verde. Dal centro splenico riceve il raggio verde, che invade l’addome e vivifica il fegato, i reni, gl’intestini e – generalmente parlando – tutto l’apparato digerente, concentrandosi particolarmente nel plesso solare.
Questo centrò si ricollega strettamente ai sentimenti ed alle emozioni di diverso genere. Il corrispondente centro astrale, una volta risvegliato, dà la facoltà di provare delle sensazioni , una certa sensibilità per ogni sorta di influenze, che però non costituisce ancora la comprensione precisa, la quale si ottiene con le facoltà corrispondenti alla vista ed all’udito. Quando dunque il centro eterico diventa attivo, l’uomo nel corpo fisico comincia a diventare cosciente delle influenze astrali; egli sente vagamente attorno a sé la benevolenza e l’ostilità, oppure il carattere piacevole di certi siti, spiacevole di altri, ma senza conoscerne assolutamente la ragione.
Il nome sanscrito di questo centro è Manipura.
Centro cardico ( Anahata )
Avendo già parlato del terzo centro ( centro splenico ), passiamo ora al quarto (centro cardiaco).
Questo chakram ha dieci raggi o irradiazioni, ed è di un colore giallo-oro lucente. Riceve il raggio giallo dal centro splenico; quando la corrente è forte ed abbondante, esso rende l’azione del cuore energica e regolare. Facendo il giro del chakram cardiaco, il raggio giallo impregna il sangue e questo lo trasporta in tutte le regioni del corpo. Esso arriva così al cervello e lo satura; ma la sua principale meta è il fiore a 12 petali, il settimo chakram, che è il centro più elevato. Nel cervello esso dà la facoltà di librarsi ai più alti pensieri filosofici e metafisici.
Il corrispondente centro astrale, dopo il suo risveglio, conferisce all’uomo la facoltà di sentire, di accogliere con simpatia e quindi di comprendere i sentimenti delle altre entità astrali.
Così il centro eterico consente all’uomo, nella sua coscienza fisica, di sentire le gioie e le pene dei suoi simili, e persino di riprodurre in sé stesso – per simpatia – le sofferenze ed i dolori fisici altrui.
Il nome dato in sanscrito a questo centro è Anahata.
Centro della gola ( Visuddha )
Questo chakram, il quinto, possiede sedici raggi, e per conseguenza sedici petali o divisioni; il suo colore contiene molto turchino, ma l’aspetto generale risulta argentato, cangiante, a un dipresso come il chiarore lunare riflesso sull’acqua che scorre.
Riceve dal chakram splenico il raggio violetto-azzurro, che allora sembra scindersi in due: l’azzurro chiaro attraversa e vivifica il centro della gola, l’azzurro scuro ed il violetto vanno al cervello.
L’azzurro chiaro dà salute alla regione della gola. La forza e l’elasticità delle corde vocali di un grande oratore o di un cantante, ad esempio, sonò accompagnate da una particolare attività e splendore di questo raggio.
L’azzurro scuro si diffonde nelle parti centrali inferiori del cervello, mentre il violetto ne inonda le regioni superiori e sembra che dia uno speciale vigore al chakram della sommità della testa, spandendosi per lo più nei 960 petali della parte esterna di quel centro.
Il pensiero ordinario viene stimolato dal raggio azzurro, mescolato con una parte del giallo proveniente dal centro cardiaco. In certe forme d’idiozia l’afflusso del giallo e del violetto-azzurro verso il cervello è quasi completamente arrestato.
Sembra che il pensiero e l’emozione di un individuo spirituale dipendano sopra tutto dal raggio violetto.
Il risveglio del corrispondente centro astrale dà la facoltà di percepire i suoni del piano astrale, e cioè la facoltà che produce nel mondo astrale un effetto simile a quello che nel mondo fisico chiamiamo l’udito.
Quando il centro eterico è attivo, rubino nella sua coscienza fisica sente spesso delle voci che gli danno dei suggerimenti; egli può anche sentire della musica o dei suoni meno gradevoli. Quando il centro è completamente attivo, l’uomo diventa chiaroudente per ciò che riguarda i piani eterico ed astrale.
Il nome sanscrito di questo centro è Visuddha.
Centro situato fra le sopracciglia o terzo occhio ( Ajna )
Il sesto centro, situato fra le sopracciglia, ha novantasei raggi: i libri indiani gli attribuiscono solo due petali, per il fatto che esso appare diviso in due metà, una delle quali ha principalmente il color rosa unito a molto giallo, mentre nell’altra predomina una spece di turchino violaceo.
L’autore non è riuscito a trovare alcuna descrizione specifica riguardante la fonte da cui sgorga la corrente pranica che si riversa in questo centro, per quanto nel The inner life sia detto che l’apparenza turchino violacea di una metà di questo centro concordi strettamente coi colori dei particolari tipi di vitalità che lo vivificano. Qui pare che si tratti del raggio turchino cupo (e violetto?) che attraversa il centro della gola e va a raggiungere il Cervello.
Lo sviluppo del corrispondente centro astrale conferisce la facoltà di percepire nettamente – anziché in modo vago – la natura e la forma degli oggetti astrali.
Il risveglio del centro eterico permette all’uomo di cominciare a vedere, anche nello stesso stato di veglia, luoghi, oggetti e persone del mondo astrale. Quando il centro comincia appena ad essere attivo, l’uomo percepisce confusamente dei paesaggi e delle nuvole colorate. Lo sviluppo completo determina la chiaroveggenza.
Una notevole facoltà dipendente dallo sviluppo di questo centro è quella che permette d’ingrandire o d’impicciolire l’oggetto esaminato, come sarà descritto nel capitolo che tratta della vista eterica.
Il nome sanscrito di questo centro è Ajna.
Centro situato alla sommità della testa o corona ( Sahasrara )
Il settimo centro, sito al sommo della testa, non è conformato esattamente come gli altri. Gli scrittori indiani lo chiamano il loto dai mille petali, benché il numero esatto dei suoi raggi di forza primaria sia di 960. Esso possiede inoltre una specie di vortice secondario, o attività minore, nel suo centro, che da solo ha dodici ondulazioni.
Quando è in piena attività, questo chakram è forse il più risplendente di tutti, poiché presenta effetti cromatici indescrivibili e vibra con una rapidità quasi inconcepibile. La legione centrale è di un bianco abbagliante, suffusa al suo cuore di luce dorata.
Questo centro riceve nella parte esterna il raggio violetto proveniente dal centro della gola, e nella sua parte centrale il raggio giallo proveniente dal centro cardiaco.
Lo sviluppo del corrispondente centrò astrale costituisce il coronamento della vita astrale, perché esso conferisce all’uomo la pienezza delle sue facoltà.
In un certo tipo di uomini i chakram astrali corrispondenti al sesto e settimo chakram eterici, convergono entrambi sul corpo pituitario, essendo quest’ultimo organo il solo mezzo di comunicazione tra il piano fisico ed i piani più alti.
In un altro tipo di uomini, se il sesto chakram è ancora collegato al corpo pituitario, il settimo è invece ripiegato o deviato fino a coincidere con l’organo generalmente atrofizzato, detto glandola pineale; questa diviene allora, nelle persone di questo tipo, un mezzo di comunicazione diretta col mentale inferiore, senza passare, a quanto sembra, attraverso l’intermedio piano astrale, come ordinariamente avviene. Dà ciò l’importanza che si attribuisce allo sviluppo della ghiandola pineale.
Lo sviluppo di questo centro eterico permette all’uomo di lasciare il corpo fisico conservando piena coscienza e rientrarvi senza alcuna interruzione della coscienza abituale : di giorno come di notte la coscienza resta continua.